Tareas y Actividades para estudiantes de español

martes, marzo 18, 2003


Alessandro Baricco
Torino, 21-04-1997

"Scrivere, leggere e pensare al computer"
SOMMARIO:� Alessandro Baricco descrive il suo esperimento di scrittura collettiva presentato alla Biennale dei Giovani Artisti (1).
� La scrittura di un libro dovrebbe rimanere un atto solitario e individuale; la collaborazione di pi� persone � propria, invece, di altri generi quali il teatro o il cinema (2).
� Il computer modifica alcune modalit� di scrittura ma non ha il potere di trasformare la vena creativa di chi scrive. Rispetto alla letture, invece, il computer offre nuove possibilit� grazie all'esistenza di numerosissimi link che permettono di saltare da un argomento all'altro. Nella lettura di un romanzo, per�, � preferibile seguire un unico percorso: quello indicato dall'autore (3).
� Nella messa in scena teatrale o cinematografica di un testo si realizzano salti da una parte all'altra, si rileggono i link del testo stesso (4).
� Ogni nuovo mezzo offerto dal progresso tecnologico � stato, in passato, demonizzato e giudicato con diffidenza. Anche per la rete avviene, oggi, lo stesso ma con delle differenze dovute al fatto che la rete non � nel mondo, � ovunque e in nessun luogo, e non modifica la nostra percezione della realt� ma ci fa percepire una realt� seconda (5).
� La rete contiene tutto e il contrario di tutto e proprio per questo � diventato un po' il luogo di rifugio dell'umanit� clandestina (6).
� Il problema posto da Benjamin della riproducibilit� dell'opera d'arte e della sua conseguente perdita di sacralit� non ebbe allora la giusta risposta: infatti la riproducibilit� dell'opera d'arte � esattamente ci� che ne garantisce l'immortalit� (7).
Fare cultura in TV non � impossibile: si possono trovare molte idee e molte persone capaci di realizzarle. Forse, per�, la TV dovrebbe abbandonare l'unica logica che finora sembra averla guidata: quella dell'audience (8)

Domanda 1

Alla Biennale la scuola da Lei diretta ha curato uno work shop, "Messaggi in bottiglie", che ha lavorato sull'ipotesi di scrittura collettiva. Ce lo pu� presentare?
Risposta
C'era il piacere di questi scrittori che arrivano da paesi diversi e che hanno presentato dei racconti. Rispetto ad un musicista o a un designer, per esempio, lo scrittore, naturalmente, ha pi� problemi ad esibire il proprio prodotto. Poi, esiste il problema delle lingue differenti. Questo, quindi, � un tentativo di dare uno spazio e anche un tempo per quello che loro hanno fatto; e vi hanno lavorato un musicista, Nicola Campogrande, uno scrittore italiano che � Dario Voltolini e un regista di teatro che � Gabriele Vacis, per provare a fare, appunto, un evento, nel senso di una cosa che accade, in cui si potesse conoscere il lavoro di questi, almeno una parte. E la soluzione che alla fine abbiamo sperimentato � una specie di tessuto musicale. Su questo tessuto musicale c'� un'attrice che legge dei brani dei lavori di questi ragazzi tradotti in italiano. E poi i ragazzi, singolarmente, hanno all'interno di questa partitura musicale, degli interventi in cui leggono parti molto brevi dei loro testi nella loro lingua, che sono poco pi� che un suono naturalmente difficile da capire, lingue che non conosciamo, ma intervengono come delle specie di memorie di suoni che sono dell'ordine linguistico letterario. E allora, tutto questo insieme, il suono e le parti che fanno loro, tutto questo dovrebbe creare una specie di luogo in cui stare per poter consumare quello che loro hanno fatto.

Domanda 2

Tempo fa sperimentammo come trasmissione, su Internet, un progetto di scrittura collettiva. Lo facemmo in seguito ad una intervista con Nanni Balestrini a partire da un suo esperimento di scrittura al computer. In trasmissione Balestrini lesse questo brano e poi veniva chiesto agli utenti Internet di collegarsi sul testo e proseguire alcune parti di questi primi versi. Al di l� degli esiti letterari, ritiene che modalit� di creazione per un artista possano servirsi delle tecnologie delle comunicazioni per approdare a una sorta di creazione collettiva?
Risposta
I libri sono dei mondi individuali, non riesco a immaginarli come una produzione collettiva. Forse in due si riesce a scrivere un libro. E' difficile che si possa intervenire in molti in un libro, abitarlo in molti. Il lavoro collettivo � insito nella tecnica, il cinema, il teatro. Questi sono testi collettivi, ma � il passaggio attraverso quella tecnica che impone il lavoro collettivo e quindi � nel suo statuto, nella sua carne il fatto di essere, alla fine, un prodotto bastardo, figlio di diversi interventi. Il libro in s�, scrivere una storia, � un gesto antico e rimane antico, e, quindi, � qualcosa di artigianale e individuale. Penso che i libri siano nella mente del lettore il prodotto di una collettivit�, si forma nella mente di chi legge. Chi scrive preferisco immaginare che debba scrivere in una certa solitudine.

Domanda 3

Cavallo e Chartier, nella loro introduzione alla "Storia della lettura", sostengono che la lettura attraverso lo schermo del computer comporta una serie di cambiamenti che loro definiscono rivoluzionari. Mi dilungo un po' a riassumere quello che loro scrivono: innanzi tutto il computer mette il lettore in una relazione assolutamente inedita col testo, perch� lo schermo riassume le caratteristiche del volume che si srotola e anche con i sistemi di riferimento propri dell'impaginazione. Questo � un primo elemento. Poi sostengono che il computer, rispetto al libro, modifica il contesto della lettura, perch� c'� un'architettura logica reticolare diversa da quella del libro dove invece c'� una sequenza di continuit� fisica tra le varie sezioni. E poi l'elettronica pu� dare corpo a un sogno antico, quello della biblioteca universale. Ecco: il testo elettronico, anche per Lei comporta questo tipo di rivoluzione, o, comunque, quali aspetti le sembrano preponderanti dell'uso del computer nello scrivere e nel leggere?
Risposta
C'� un primo aspetto che � elementare: lo stesso tipo di testo, la stessa idea di testo che una volta si scriveva a mano, viene scritta con il computer. Ma l'idea rimane la stessa. Il computer modifica la percezione ed effettivamente altera un poco i ritmi e le modalit� della creazione, non so se in meglio o in peggio; certamente, la generazione che � nata scrivendo gi� con il computer � abituata a vivere il testo in maniera differente. Se vogliamo fare l'osservazione pi� banale, correggere in un computer � pi� veloce che non correggere quando si scrive a penna. In questo aspetto la tecnologia ha portato qualche cosa di nuovo, di diverso, non penso che abbia spostato il cuore, l'asse portante di quello che � la scrittura, ma ha reso un poco differente le modalit� attraverso cui noi scriviamo. Non credo di poter dire che ci sia un'era del computer nella rosa letteraria. C'� un altro aspetto: ci sono testi che sono nati per sfruttare le potenzialit� di quella tecnologia: gli intertesti, ad esempio; ma questo � proprio tutta un'altra cosa. A me non affascina particolarmente l'intertesto. Mi affascina la logica interna dei testi, ad esempio la logica del gioco che trovi nel computer, o di certi CD-Rom musicali. Perch� � una logica che effettivamente mescola nessi che appartengono a aree diverse e quindi � un'esperienza che � nuova, e come tale � affascinante. Sicuramente. Adesso, collegare queste due cose, cio� il vecchio e sempre attuale universo letterario, le logiche dell'universo letterario, e queste altre logiche, pu� divertire, pu� anche produrre qualcosa di veramente interessante. Per� bisogna avere una fascinazione istintiva rispetto a tale mescolamento. La filosofia del link mi affascina, lo amo di per s�, come la filosofia del viaggio e dello scarto. Lo scrittore, per�, viaggia fra i limiti della sua testa, e per la lettura la cosa affascinante � ancora sempre seguire il viaggio di uno. Credo che, di fatto, poi Conrad facesse questo: apriva delle finestre, entrava, si spostava. Flaubert faceva questo. Ma � egli stesso che ti detta il viaggio e tu segui. Quella libert� di vedere un testo e viaggiarci come tu vuoi mi sembra una libert� che non trovo cos� affascinante. Trovo pi� affascinante seguire un uomo che non ho mai conosciuto nel viaggio che ha intrapreso notando aspetti che lui stesso avr� notato o meno. Ripercorrere le sue orme, questa credo che sia la cosa affascinante della lettura.

Domanda 4

Ma pu� produrre letteratura il salto ipertestuale tra un link e l'altro?
Risposta
Pu� produrre significato, diciamo. Per� non si pu� nemmeno idolatrare questo aspetto del link. Ci� viene abitualmente praticato dai lavori di regia: se uno mette in scena Shakespeare, apre dei link, salta, se vuole pu� anche tagliare ma in maniera molto pi� raffinata, perch� viaggia attraverso dei link di senso, costretti, in qualche modo, dal testo, ma poi viaggia dentro quanto vuole. Si pu� suonare l'Opera 111 in molti modi diversi. Qui siamo nel campo dell'interpretazione. In s�, il viaggio in rete, oppure il viaggio attraverso i link o gli ipertesti, mi sembra un'esperienza un po' pi� frigida di quella che � l'interpretazione in teatro oppure nella musica, o perfino negli studi critici su un autore. Mi sembra che sia una riduzione a cosa tecnologica, e quindi pi� frigida e anche meno affascinante di un rito e di una pratica che celebriamo spessissimo in questi altri luoghi con enormi risultati. Quindi, io preferisco ancora, sempre, andare a vedere come quel regista ha viaggiato attraverso i suoi link.

Domanda 5

Ritorniamo sul tema del viaggio. Nei suoi testi � molto presente, con mezzi di solito antichi: la ferrovia ne "Il castello di rabbia", la nave in "Novecento", il treno, il cavallo, in "Seta". Il movimento della mente, attraverso le reti di comunicazione Internet, viene spesso accostata metaforicamente al concetto della navigazione. E' per� un movimento spesso privo di meta, simile a quello del vagabondo o casomai del naufrago. Lei ritiene che il viaggio, questo tipo di viaggio suggerito dalla rete, quindi spesso un viaggio senza meta per� non per questo non significante, possa essere considerato una chiave di lettura del rapporto dell'uomo moderno con il mondo?
Risposta
Indubbiamente la possibilit� di viaggiare in rete � paragonabile all'invenzione della ferrovia, all'invenzione della vela, della chiglia, alle invenzioni che hanno permesso di rompere dei confini che erano rimasti per secoli. E come tale ci sar� qualcuno sicuramente che fra cent'anni racconter� di questa invenzione come noi oggi possiamo raccontare l'invenzione della ferrovia, una cosa che ha modificato la percezione del mondo: le distanze, i tempi. Facevamo delle cartine geografiche in cui invece che chilometri si contavano i tempi con le ferrovie. E' un po' quello che accade oggi: per me � pi� facile e pi� veloce, probabilmente, dialogare o farmi dire qualcosa da un mio amico in California che non trovare quello che abita a Torino e farmi dare un dattiloscritto. E' una grande avventura, Internet, estremamente affascinante, ed � molto difficile capire le cose quando accadono. Se uno legge cosa scrivevano dei treni quando li hanno inventati, scopre che c'� di tutto: ci sono le pi� sonore "cazzate", e ci sono delle riflessioni bellissime, poetiche; mediche, medici che pubblicavano saggi sui guasti al cervello o alla vista che produceva il treno. Come oggi noi abbiamo il trattato medico sui guai alla vista provocati dal computer. C'era quello che saliva sul treno e scriveva poesie e c'era quello che saliva su un treno e faceva i conti sul risparmio del trasporto delle vacche, per esempio. Certo, poi ognuno ha il suo modo. E questo � quello che pu� accadere oggi, poich� in Internet c'� di tutto, dalle sette al tecnocrate, in modo assolutamente uguale al passato per quanto riguarda il treno. C'� qualcosa di diverso che � difficile da capire adesso, a caldo, e lo interpreteranno molto meglio quelli che verranno dopo. C'� qualcosa di perverso! D'altronde anche i treni furono interpretati subito come una cosa perversa, gli aerei pure. C'� qualcosa di perverso, detto molto semplicemente: un treno passa a una velocit� inedita per il tempo e con un tempo inedito per quell'epoca, passa attraverso prati, valli, fiumi, case, attraverso il mondo, il treno � nel mondo. La rete non � nel mondo, la rete sta ovunque e in nessun luogo. E' una cosa strana. Nessuno mi toglie dalla testa che il treno era per loro una concezione rivoluzionaria del reale. Mentre invece la rete � una percezione straordinaria di una realt� seconda, non del reale. Io non ho il mito di quello che sta attaccato al video per delle ore e viaggia, ed � stato in Danimarca, in Australia, eccetera. Perch�, in realt�, non c'� stato. C'� stato in questa realt� seconda che sta diventando per noi sempre pi� forte, che � quella che gi� in maniera artigianale dicono dei giornali; le cose che si dicono sui giornali, che non hanno quasi pi� nesso con ci� che accade realmente, poich� si forma come una realt� seconda spesso pi� importante della prima. E la rete � l�, la rete � l� che gira. E cos� questa � una sottile perversione che non mi sembra ci fosse quando hanno inventato il treno. Per� tutta da capire, prima di demonizzare.

Domanda 6

E questa realt� seconda potrebbe essere inconscio... C'�, per esempio, chi sostiene che certi fenomeni collettivi che avvengono in rete sono come una sorta di prolungamento dell'inconscio individuale e una sorta di inconscio collettivo. Per esempio, adesso ci sono moltissimi siti in cui si profetizzano cose strane sulla fine del millennio, che � una paura atavica, medievale, eppure riesce fuori con un mezzo, da un altro punto di vista, straordinariamente moderno.
Risposta
Quello che mi pare di capire � che in rete si va ad infilare l'umanit� clandestina. Ha trovato un luogo che � apparentemente clandestino. E cos� si sviluppano le cose che la gente ha istinto a porre sotto la crosta della societ�, del mondo. Allora, se tu hai delle perversioni e sei un pedofilo, la rete � un luogo dove stare. Se tu sei uno di una setta che pensa che il 21 giugno finir� tutto, quello � il luogo dove stare. Ma se tu sei anche uno, ad esempio, che studia Erasmo da Rotterdam, quello � un posto dove stare. Ci sta tutto e il contrario di tutto e veramente l� dentro c'� di tutto, ma spesso ci sta quello che effettivamente ha una vocazione clandestina rispetto al sistema, per cui si parla appunto delle sette, come di luogo di ritrovo, di club. Che siano poi sette che parlino del futuro o di sesso oppure di altre cose, � un altro argomento. Per� c'� questo spirito. Credo che sia l'illusione di scappare dalla grande piovra dei controlli del sistema, come se il sistema avesse delle telecamere e tu, se stai l� dentro, non vieni visto, e di fatto vieni visto poco, e se vuoi ti puoi nascondere. Credo che su tutto prevalga questo elemento: pensare che stai sotto.

Domanda 7

Walter Benjamin ebbe a definire la riproducibilit� dell'opera d'arte nel contemporaneo come un elemento che comportava la perdita dell'aura, dell'elemento culturale dell'opera. Si riferiva principalmente al cinema. Questa questione della riproducibilit� � una delle componenti pi� forti della creazione digitale, poich� la tecnologia digitale permette di riprodurre in forma identica un'opera all'infinito. Mi sembra, al contrario, che la sua letteratura spesso lotti proprio contro questa idea, che voglia ricostruire, in un certo senso, la sacralit� della creazione artistica. C'� in questo un segno, non dico esplicito, per� di contestazione verso l'idea di arte riproducibile, che � l'idea pi� vicina a quella del digitale?
Risposta
Non so. Scrivo quelle cose l� perch� mi piacciono e mi sembrano giuste, e sono le cose che mi vengono in mente, altro non saprei dire. Benjamin era veramente un genio e come tutti i geni ha individuato la domanda e ha sbagliato la risposta. In altre parole: ha individuato l'equazione del problema che era difficilissimo allora, perch� la riproducibilit� tecnica era ancora, come per noi adesso in parte la rete, appena nata. Lui, incredibilmente, ha capito esattamente il cuore del problema. Ma la risposta che ha dato � che questo avrebbe portato alla caduta dell'aura, ed era la risposta di uno che non aveva ancora gli strumenti per sapere dove saremmo andati a finire. Di fatto noi abbiamo capito che � vero il contrario, perch� � vero che quando io vado al Louvre e vedo la Gioconda, non � pi� ci� che era prima. Per� la Gioconda per noi � un mito perch� � su tutte le salviette nelle cucine di chiunque, e sui tovagliolini e sui bicchieri. E' la riproducibilit� ed � la riproduzione anche immotivata, commerciale, kitsch del prodotto. Come la star del cinema, come il calciatore, lo vediamo dappertutto in maniera ossessiva, e ci� crea l'aura, non la distrugge. Il mito nasce dalla moltiplicazione. Quindi, Benjamin aveva esattamente capito il contrario, ma aveva individuato il problema e ci� � il segno di una intelligenza straordinaria.

Domanda 8

Lei ha fatto cultura in televisione in un modo che ancora oggi resta insuperato. Cosa rimane di quella esperienza? Pensa che sia riproponibile utilizzando altri mezzi, come Internet, o il CD-Rom. O, comunque, come pensa che debba essere fatta cultura in televisione, come giudica quella che viene fatta oggi?
Risposta
Della mia esperienza televisiva mi rimane il piacere di aver viaggiato in un mondo assurdo, strano, interessante, che non avrei mai conosciuto. E come eredit� la voglia di non finirci pi�, ma non perch� sia un mondo che fa schifo, ma proprio perch� non � il posto mio, non � la mia tazza di th�. Pi� in generale, la cultura in televisione credo sia un falso problema. La cultura in questa televisione � un problema perch� � una televisione molto legata agli ascolti, non ci sono aree in cui puoi stare tranquillo. Ma appena si capir� che la televisione non pu� essere questo non sar� pi� un problema. La televisione produce cultura televisiva a tonnellate. Non � vero che la televisione non produca cultura. Per�, come succede per le sigarette, le fumi e ti "becchi" questa scritta: 'Fumare provoca il cancro'. E la televisione dovrebbe, credo, se fossimo civili, fare lo stesso. Dovrebbe, cio�, avere una fascia di ore obbligatorie in cui si promuove la cultura non televisiva. C'� molta gente che potrebbe fare cultura in televisione, non � un problema. E c'� gente che fa televisione benissimo, non televisione culturale, altra televisione, che riuscirebbe ad applicare le proprie competenze, il proprio talento televisivo per un programma culturale. Non credo che sia veramente un problema fare della buona televisione che promuova la cultura non televisiva. Si rimane, purtroppo, saldati ad un sistema per il quale decide l'audience. Io trovo giusto e sacrosanto che ci sia meno audience per un programma sulla Traviata. C'� anche meno gente nel mondo che vede la Traviata, che non variet� o football. Io ho fatto P�ckwick e posso assicurare che quasi tutti quelli che facevano P�ckwick avessero la precisa convinzione che si poteva fare molto meglio. Di questo io sono convinto. Ce la faranno.


Traducci�n de Eliana Guagliano

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Eliana Guagliano, Matr. 438/100167



martes, marzo 11, 2003


La traducci�n para la pr�xima semana

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martes, marzo 04, 2003


Esta es la traducci�n del d�a de Carnaval que ten�is que hacer para la semana que viene. �Buen trabajo! �Hasta la semana pr�xima! Besos. Mar�a Cucciniello.

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LINGUA E LETTERATURA SPAGNOLA III- IV ANNO

Programma del corso
(A) Parte monografica
La poes�a cancioneril
Dallo scorcio del secolo XIV alla fine del regno dei Re Cattolici, la Castiglia conosce un'ampia fioritura lirica che viene raccolta in canzonieri collettivi (anche se non mancano Canzonieri individuali), scritti da persone di ogni classe sociale, che non nascondono il proprio nome, pur in presenza di composizioni anonime o di attribuzione controversa. Fondamentalmente lirica, questa poesia ammette altre variet� espressive, in lingua castigliana (con iniziali concessioni al gagliego), molto colta, le cui caratteristiche ricordano la poesia provenzale e la poesia cortese. Questa lirica del Quattrocento presenta tuttavia peculiarit� proprie, per cui si preferisce denominarla poes�a cancioneril.

Testi adottati:
Poes�a de Cancionero, ed. DE ALVARO ALONSO, Madrid, C�tedra.

Studi critici:
F. CROSAS, Materia cl�sica, oscuridad y "Culteranismo" cuatrocentista, in A. MEN�NDEZ COLLERA - V. RONCERO L�PEZ, Nunca fue pena mayor (Estudios de Literatura Espa�ola en homenaje a Brian Dutton), Cuenca, Ediciones de la Universidad de Castilla-la Mancha, 1996, pp. 177-187.
A. MEN�NDEZ COLLERA, La figura del gal�n y la poes�a de entretenimiento de finales del siglo XV, ivi, pp. 495-505.
F. RICO, Un penacho de penas. Sobre tres invenciones en el "Cancionero General", in Romanistisches Jahrbuch, XVII (1966), pp. 274-284.

(B) Parte generale
III ANNO

a) Letteratura
Storia letteraria dei secoli XVI-XVII

Lettura e analisi critica di una scelta di testi, tratti in particolare da: Garcilaso de la Vega, Sonetos y *Eglogas, Luis de Le�n, Poes�as, Juan de la Cruz, Poes�as, G�ngora, Sonetos, Quevedo, Poes�as, Tirso de Molina, El burlador de Sevilla y Convidado de pietra, *Lope de Vega, El caballero de Olmeto, Calder�n de la Barca, La vida es sue�o, Rodr�guez de Montalvo, Amad�s de Gaula, *La vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades, Alem�n, La vida de Guzm�n de Alfarache, *Cervantes, Don Quijote de la Mancha, I parte, Quevedo, El Busc�n, Graci�n, Agudeza y arte de ingenio. (I testi segnati con asterisco devono essere letti integralmente, nell'edizione Catedra o altra).

Testi adottati:
Antologia della letteratura spagnola a cura di CARAVAGGI - MAZZOCCHI- SEPULVEDA, Milano, LED, 1997, vol. 2.
F. RICO, Breve biblioteca de autores espa�oles, Seix Barral 1990 (tr. it. Einaudi 1994), pp. 47-60, 107-259.
AA. VV.., La letteratura spagnola, Rizzoli, Milano, vol. 2, oppure M. G. PROFETI (ed.), L'et� d'oro della letteratura spagnola, Firenze, La Nuova Italia, 1998.

b) Storia
Storia dei secoli XVI-XVII

Testo adottato:
G. DE COSTAZAR - G. VEGA, Storia della Spagna, Milano, Bompiani, 1997.

c) Lingua
Questo insegnamento si rivolge a studenti che abbiano gi� una solida conoscenza generale della lingua spagnola e si propone di aiutarli a consolidare la loro autonomia e ricchezza espressiva. Lo studio del funzionamento della lingua nei vari contesti si allarga in questo corso con l'analisi di alcune caratteristiche generali dei linguaggi settoriali e con l'introduzione alla riflessione sui processi traduttivi. Alla fine del III anno gli studenti dovranno essere in grado di esprimersi con propriet� in spagnolo sia oralmente che per iscritto su diversi argomenti, nonch� di svolgere brevi traduzioni dallo spagnolo in italiano e dall'italiano in spagnolo. Dovranno avere inoltre una buona percezione dei registri linguistici ed essere in grado di analizzare linguisticamente testi di varia natura.

Testi adottati:
E. L�PEZ - M. RODR�GUEZ - M. TOPOLEVSKI, Procesos y recursos, Madrid, Edinumen, ultima ed.
L. MIQUEL - N. SANS, �A que no sabes?, Madrid, Edi6-Edelsa, ultima ed.
F. MATTE BON, Gram�tica comunicativa del espa�ol, Madrid, Edelsa, ultima ed. oppure
M. CARRERA D�AZ, Grammatica spagnola, Bari, Laterza, ultima ed.

Per affrontare lo studio sistematico del lessico:
R. DEL MORAL, Diccionario tem�tico del espa�ol, Madrid, Verbum, ultima ed.
Lettura di 2 opere di saggistica e 3 opere di narrativa (Reading list).

IV anno

a) Letteratura
La letteratura moderna dal XVIII al XX secolo

Lettura e analisi critica dei seguenti testi in un'edizione integrale spagnola: J. Cadalso, Cartas marruecas, L. Fernandez de Morat�n, El si de las ni�as, J. Zorrilla, Don Juan Tenorio, G. A. B�cquer, *Rimas y leyendas (almeno 3), Clar�n, La redenta, A. Machado, Soledades, F. Garc�a Lorca, *Llanto por la muerte de Ignacio S�nchez Mej�as.

Testi adottati:
F. RICO, Historia y cr�tica de la literatura espa�ola, Barcelona, Cr�tica (lettura di almeno 2 saggi critici relativi agli autori in programma).
AA. VV., La letteratura spagnola, Milano, Rizzoli, vol. III; oppure M. G. PROFETI (ed.), Il Settecento e L'Ottocento, Firenze, La Nuova Italia, 2000 e 2001; oppure C. ALVAR - J.C. MAINER - R. NAVARRO, Breve historia de la literatura espa�ola, Madrid, Alianza ed., 1997.

b) Storia
Storia dei secoli XVIII - XX

Testo adottato:
G. DE COSTAZAR - G. VEGA, Storia della Spagna, Milano, Bompiani, 1997.

c) Lingua
Questo insegnamento si propone di aiutare gli studenti a consolidare la loro autonomia e ricchezza espressiva mediante un lavoro sistematico di revisione e approfondimento del sistema grammaticale, e un'introduzione alla riflessione critica che permetter� loro di familiarizzarsi con le principali problematiche dell'analisi. All'inizio dell'anno accademico saranno tenuti degli incontri nei quali verranno illustrati nei dettagli gli obiettivi, l'articolazione del corso, la bibliografia, le modalit� di esame, e saranno forniti consigli per lo studio individuale.

Testo adottato:
M.C. MARCOS DE LA LOSA, M.R. OBRA RODR�GUEZ, Punto final, Madrid, Edelsa, ultima ed.


Aqu� ten�is la traducci�n de Valentina Aito. Nos vemos. Buen Carnaval a todos



ROMA

Ya es enfrentamiento abierto respecto a Iraq entre la Administraci�n Bush y la que el secretario
por la Defensa americano ha marcado como "vieja Europa" .
El rotundo NO franco- alem�n a una operaci�n militar partida ayer de Versailles ha hecho emerger
tensiones que estaban hasta hora subterr�neas .
" No es vejez , sino sabidur�a " que nos incita a evitar la guerra , ha manifestado desde Bruxelas
el Presidente de la Comisi�n Europea , Romano Prodi . Una respuesta a Donald Rumsfeld , que
hab�a liquidado las cautelas / precauciones franco � alemanas como un actitud de la "vieja Europa",
reprendiendose despu�s , mas no mucho , con "vieja Nato" en cu�nto contraria a la que es ampliada
en el este .

De aqu� ha surgido una vivaz pol�mica entre las dos orillas del Atl�ntico a los cinco d�as de la
presentacci�n del informe de los inspectores Onu en el Consejo de Seguridad ,donde est�n sentados
juntos Usa y Francia , Alemania y un tercer pa�s europeo , Espa�a .
La Casa Blanca ha humillado abiertamente las precauciones de Jacques Chirac y de Gerhard
Schroeder . El portavoz Ari Fleischer ha explicado que , respecto a Par�s y Berlin , "es un derecho
propio ,si quieren , quedarse al margen" en caso de que llegasemos a una guerra . Pero �l ha a�adido
que Paises como Englaterra , Espa�a , Italia y algunos Estados del Este Europeo podr�an apoyar
un eventual operaci�n militar americana y tambi�n Australia podr�a participar ( en esto ) .

La Repubblica
( 23 Enero 2003 )

Aito Valentina 438/101065 4� A�o .

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